Agli inizi del ‘900 Angelo Barone dà vita all’azienda con un’impronta di tipo risicolo-zootecnico, da quel momento l’attività cresce con la consapevolezza di una tradizione importante. L’arte del coltivare riso si tramanda di generazione in generazione e ad ogni passo, ad ogni scelta, si aggiunge un tassello verso il traguardo di diventare un’azienda che faccia della qualità dei suoi prodotti il punto di forza e del rispetto per l’ambiente un presupposto fondamentale. Fin dal primo momento la ditta ha aderito alle politiche agricole riguardanti il Consorzio Riso di Baraggia, potendo ottenere la Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.) ed entrando così a far parte dell’élite italiana del riso. Quello che la Barone Riso offre oggi è un prodotto di alta qualità, sano e gustoso, dalle proprietà nutritive ed organolettiche eccellenti e nel rispetto dell’ambiente. Scegliere Barone significa scegliere la sicurezza, il sapore e la qualità del Made in Italy, capace di prendere il meglio dalla tradizione così come dal presente.
L’area geografica della Baraggia Biellese e Vercellese di coltivazione è compresa all’interno del più esteso comprensorio di bonifica della “Baraggia Vercellese” delimitato con regio decreto del 30 dicembre 1929, n. 2357 e con decreto del Ministero dell’agricoltura e delle foreste 2 maggio 1931, n. 1458 (nel 1929 non esisteva la suddivisione geografica tra le province attuali di Biella e Vercelli, per cui la “Baraggia” era solo Vercellese). Fin dai primi anni del secolo scorso, il riso fu utilizzato anche quale simbolo di manifestazioni popolari e di carattere sportivo nella Baraggia, corse ciclistiche in particolare, cui seguirono visite di campioni quali Coppi, Bartali e Magni con altri. La diversità della Baraggia e del suo riso fu descritta per circa 50 anni nel “Giornale di Risicoltura“, edito mensilmente dal 1912 al 1952 dall’ex Istituto sperimentale di risicoltura di Vercelli, che riportò frequentemente articoli tecnico scientifici per motivare le peculiari caratteristiche dell’area di Baraggia e per il riso che vi si produceva. Lo stesso Istituto, nel 1931, acquisì nel comune di Villarboit un’azienda risicola destinata a centro di ricerca per perfezionare le specificità di produzione dell’area baraggiva. Dal 1952 al “Giornale di Risicoltura” fece seguito la rivista “Il Riso”, edita dall’Ente nazionale risi (E.N.R.), in cui articoli diversi ricordano le peculiari caratteristiche di qualità del riso prodotto in quest’area. La coltivazione del riso nell’area delimitata della Baraggia si ritrova agli inizi del XVI secolo ed ha riscontri anche in atti notarili dell’anno 1606 nel comune di Salussola, incluso nel perimetro delimitato.
Il Riso Barone è una dop, caratterizzata dal logo “Riso di Baraggia Biellese e Vercellese”, la cui zona di riferimento è ben delimitata, comprendendo 28 comuni.